La missione di accoglienza di Zoé

Ogni giorno, dietro il bancone del santuario di Notre-Dame de Montligeon, Zoé accoglie i pellegrini con un sorriso. La sua missione? L’accoglienza. È la prima voce, il primo volto che incrociano coloro che vengono a affidare i loro defunti o a cercare un po’ di pace. Senza predicare né animare ritiri, si trova comunque in prima linea. Perché qui, l’accoglienza è molto più di un semplice servizio: è una porta d’ingresso verso la consolazione.

Lavorare in un santuario dedicato alla preghiera per le anime del purgatorio non è un lavoro come un altro. A Montligeon, l’accoglienza è una missione a sé stante.

Il frutto della provvidenza

È stato per caso che Zoé si è unita alla squadra. «Non trovavo lavoro in contabilità dopo la mia formazione e successivamente sono rimasta incinta. Non trovavamo lavoro (io e il mio compagno) nell’Orne e quindi siamo scesi nel sud vicino alla mia famiglia. È lì che ho visto l’annuncio per il posto al Santuario.»

Quello che scopre qui supera le sue aspettative. «Non conoscevo affatto Montligeon. È un luogo magnifico, completamente perso tra i campi.»

Degli incontri forti

L’accoglienza nel santuario non si limita a rispondere al telefono o a orientare i pellegrini. “Tutto inizia fin dalla prenotazione. Poi, ci assicuriamo che tutto proceda bene fino alla loro partenza.” Che si tratti di una sessione, di una pausa spirituale o di un semplice ritiro, Zoé accompagna ciascuno con grande attenzione. Il suo ruolo consiste nell’ascoltare, guidare, a volte rassicurare.

Ma accogliere significa anche saper ascoltare. Ricorda i visitatori venuti per le sessioni “fermata conforto-lutto”: “A volte sono in difficoltà, un po’ persi. Vederli partire sereni, con un sorriso, è commovente. Si sente che la missione è compiuta.”

Una fede discreta

Zoé si definisce agnostica. « Non pratico la fede. Non sono neanche atea. Diciamo… che non so. » Aggiunge di aver pregato in gioventù, e ancora a volte oggi, « in macchina o in momenti un po’ inaspettati ».

Nonostante questo atteggiamento spirituale riservato, partecipa pienamente alla missione del santuario. «Non sono un’esperta, ma imparo moltissimo. Grazie agli insegnamenti, alle conferenze… Ho un’altra visione del lutto e della morte.» E soprattutto, sa in cosa consiste l’essenziale:

« Permettere ai defunti di non essere dimenticati con uno 0 maiuscolo. »

L’accoglienza, un luogo di discernimento

A volte, i visitatori non sanno cosa cercano. Zoé è lì per guidarli. «A volte bisogna aiutarli a discernere, dire loro quando una sessione è adatta, o quando è troppo presto, soprattutto in caso di lutto.»

Cosa ama più di ogni altra cosa? «L’accoglienza fisica. Mi piace incontrare i pellegrini, parlare con loro.» La sua missione consiste nell’ascoltare, orientare, discernere e proporre un percorso, a ciascuno secondo la propria storia.

Un luogo aperto a tutti

A coloro che esitano a venire a Montligeon, Zoé rivolge questo messaggio:

“Anch’io ero un po’ scettica. Non ho una pratica religiosa, quindi avevo delle apprensioni. E ho scoperto un luogo molto aperto, molto semplice. Si può parlare con i cappellani o con le suore senza paura di essere giudicati. C’è una vera fiducia.”

Incontro con Zoé Knight che accoglie i pellegrini.

Invita ciascuno a venire, che sia « per un giorno di riposo, diversi giorni di ritiro, un momento per vivere un lutto, o anche per seguire corsi di teologia. Onestamente, è la scelta ideale. »

Avete voglia di scoprire questo luogo unico di accoglienza e preghiera per i defunti? Venite a partecipare a una sessione. Una squadra vi accoglie, vi ascolta e vi accompagna con benevolenza.

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