La violinista Marie-Hélène Vivanco ha avuto una forte esperienza a Montligeon. Da allora, viene regolarmente al santuario per prendersi cura dei bambini durante le sessioni o per guidare i momenti di preghiera. Colei il cui violino costituisce la voce della sua anima ci spiega come pregare con la musica.
Più di dieci anni dopo la sua prima visita a Montligeon, quando aveva appena perso sua madre, Marie-Hélène è ancora piena di gratitudine. “Ho avuto modo di incontrare un sacerdote che mi ha accolto con grande delicatezza e che, finalmente, è stato in grado di rispondere a tutte le mie domande. Mi fece una grande impressione e me ne andai rasserenata e alleggerita di un grande peso. È stata una grande grazia. »
Oggi, questa bella donna è trasformata. Infatti, confida, “la mia venuta a Montligeon ha cambiato profondamente la mia vita e la mia fede”. Con la madre defunta, il suo rapporto è in pace. “Non lo vedo più, ma il legame c’è ancora attraverso la preghiera e attraverso la fede che vivo più intensamente. Sento che sta pregando per me. Questo scambio di preghiere è molto bello. »
Il violino che rinasce
Un altro frutto dei soggiorni regolari al santuario di Maria Elena non si vede: si ascolta. Dall’età di 7 anni, la musicista suona il violino. Ne ha fatto anche la sua professione ma, quando sua madre è morta, ha perso totalmente il gusto di suonare. Fu al ritorno dai suoi primi due soggiorni al santuario che volle riprendere in mano il violino e anche con maggiore intensità.
Come pregare con la musica?
Oggi anima messe e veglie in sintonia con le Suore della Nuova Alleanza. Tanto che, dice, “il violino è oggi per me un linguaggio, una preghiera e l’espressione della mia fede”. È anche un modo di portare avanti la preghiera degli altri, come quando suona durante l’offertorio, nella Messa: “La musica accompagna tutte le intenzioni dei presenti”.
La sua gioia più grande oggi a Montligeon: suonare in una chiesa davanti al Santissimo Sacramento. “Suonare è come stare cuore a cuore con Dio, è anche un modo per esprimere la mia fede, per testimoniarla”. Perché è convinta: “Gli artisti sono come le piccole mani del Divino Giardiniere, che gli preparano il terreno delle anime addolcendolo con l’arte in modo che possa coltivarlo più facilmente”.
Trovate il resoconto integrale dell’incontro con Marie-Hélène in Chemin d’éternité n°321.