Una speranza incrollabile con il Cardinale Gérald Cyprien Lacroix

“I santuari sono luoghi in cui il popolo di Dio cerca la speranza”, afferma il Cardinale Gérald Cyprien Lacroix, Arcivescovo di Québec, incontrato a Montligeon dopo la Messa per il Pellegrinaggio del Cielo del 9 novembre 2025. “Questi luoghi di preghiera riuniscono i vivi e i morti in una stessa comunione. Mentre molte persone oggi si stanno allontanando dai riti funebri, egli ci ricorda che la fede cristiana offre una speranza incrollabile: quella della resurrezione. Parlando ad Amélie, evoca la fraternità che unisce i credenti a coloro che sono già “nel cuore di Dio” e ricorda con emozione il ricordo della sorella scomparsa.

Santuari, luoghi di speranza e comunione

“I santuari come Montligeon riuniscono il popolo di Dio, persone di ogni estrazione sociale, ognuna con la propria storia e il proprio passato”, spiega il cardinale Gérald Cyprien Lacroix. Questi pellegrini vengono a cercare “una parola per approfondire e scoprire il cammino della vita”.
A Montligeon, questa ricerca di speranza assume un colore speciale: quello della preghiera per i morti. Il cardinale evoca la fraternità invisibile tra i vivi e coloro che ci hanno preceduto: “Il corpo di Cristo siamo noi qui sulla terra, ma una parte di quel corpo è già nell’aldilà, in cammino verso la vita eterna, nel cuore di Dio. Veniamo a pregare per queste persone che non abbiamo dimenticato”.
In questo modo, la preghiera diventa un legame, un respiro condiviso tra la terra e il cielo.

“Siamo tutti parte dello stesso corpo, visibile e invisibile: quello di Cristo.”


Preghiamo per tutte le famiglie in lutto nel mondo…

Prima di lasciare Montligeon, il Cardinale ha confidato un’intenzione speciale: “Preghiamo per tutte le famiglie in lutto nel mondo, e specialmente per quelle che hanno perso la strada della speranza.
Egli deplora la graduale scomparsa dei riti cristiani intorno alla morte: “Sempre più persone muoiono e vengono immediatamente cremate o sepolte, senza passare per la Chiesa, senza pregare”. Per lui questi gesti, anche se non sono “malvagi”, restano comunque insufficienti. “Abbiamo bisogno di riscoprire la speranza che la fede cristiana ci offre: la resurrezione, la vita eterna e la resurrezione della carne.”
Queste parole risuonano profondamente a Montligeon.

Speranza fondata sulla croce e sulla resurrezione

Di fronte alla morte, la speranza cristiana non si basa su un semplice conforto morale, ma su una certezza: la vittoria di Cristo sulla morte. “Quando guardiamo Gesù sulla croce, sappiamo che non è stata la morte ad avere l’ultima parola, ma la resurrezione”, dice il cardinale.
Ricorda il simbolismo dei funerali cristiani: “Ecco perché, ai lati della bara, mettiamo il crocifisso da una parte e il cero pasquale dall’altra. Morte e resurrezione: questo è il cuore della nostra fede”.
Questa speranza, vissuta e trasmessa nei riti della Chiesa, aiuta le famiglie a superare la prova del lutto senza perdere il senso della vita. Getta una nuova luce sulla morte, la luce della Pasqua.

“Non è la morte ad avere l’ultima parola, ma la vita.

“Mia sorella minore Nicole è morta all’età di 58 anni dopo una battaglia contro il cancro. Quando fu ricoverata in cure palliative, le fu detto: ‘Signora, lei è venuta qui per morire’. Lei rispose: “No, sono venuta qui per vivere fino alla fine”.
Queste parole, sottolinea, riassumono ciò che significa vivere per fede: accogliere la vita fino alla fine, nelle mani di Dio. Affidando Nicole alle preghiere di Montligeon, egli si unisce a tutti coloro che portano nel cuore una persona cara che è morta.

L’insegnamento della Chiesa sulla comunione dei santi afferma che le nostre preghiere e i nostri atti di carità possono giovare ai defunti, aiutandoli a entrare più rapidamente nella vita eterna.

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