Il paradiso esiste veramente ?

“Correrò nel paradiso bianco, lontano dagli sguardi dell’odio e dalle battaglie sanguinose”, cantava Michel Berger. Una visione idilliaca di pace e gioia condivisa illustra spesso questa vaga nozione di paradiso. Ognuno di noi cerca di dare colore a quest’oasi di pace che tutti sognano, ma che nessuno conosce. Per comprenderla meglio, Don Paul Denizot, rettore del santuario di Notre-Dame di Montligeon, ci racconta di questo paradiso.

Il paradiso, mito o realtà?

Il Paradiso è una realtà di fede. La Chiesa cattolica crede nella vita eterna che Gesù è venuto a donarci. È allo stesso tempo una promessa, un oggetto di speranza e una verità di fede. Il cielo è stato creato per l’uomo.

Ma cos’è esattamente il paradiso? Innanzitutto, è una promessa che esaudisce un desiderio profondo del cuore umano. Lo ha accennato citando questa canzone di Michel Berger. In generale, nell’uomo c’è un’aspirazione, un’aspettativa di felicità, che non si realizza mai.

Questo è il punto di partenza che il desiderio di felicità inscrive nel cuore dell’uomo. E credo che non sia possibile che rimanga insoddisfatto. Altrimenti, renderebbe l’uomo un’assurdità, persino un mostro.

A che cosa somiglia il paradiso ?

È interessante vedere come diverse culture abbiano cercato di creare una rappresentazione del paradiso. Spesso, è stato immaginato come questo mondo… ma un po’ migliore. Ad esempio, in alcune culture africane, esiste l’idea del villaggio ancestrale: lo stesso villaggio, ma più bello. Anche in Asia troviamo rappresentazioni simili: ai defunti vengono date belle case, a volte persino una seconda casa che potrebbero affittare a un altro defunto.

Lo vediamo anche nella cultura moderna. Nel film “I segreti del dottor Apfelglück“, il paradiso è immaginato come un complesso residenziale di periferia dove tutti sono vestiti di bianco, amichevoli, sorridenti… con un lato leggermente insopportabile.

Nell’Islam, il paradiso è descritto in modo molto materiale, come un giardino di delizie. Ebrei e cristiani usano immagini: la montagna del Signore, il banchetto di carni pregiate e vini forti, il banchetto nuziale, il giardino, il riposo con Dio… Ma questo linguaggio rimane simbolico, modi umani di descrivere una realtà spirituale che è completamente al di là di noi.

Lo dice anche San Paolo: «Le cose che occhio non vide, e che orecchio non udì, e che mai salirono nel cuore dell’uomo, sono quelle che Dio ha preparate per coloro che lo amano» (1 Co 2, 9)

La fede non ci promette la vita eterna, ma una vita piena, una vita realizzata per sempre. Anche se intuiamo cosa potrebbe essere nei momenti belli della nostra vita, è impossibile immaginarla.

Prendete le vostre gioie più grandi, quelle vere, le gioie dell’amore, delle relazioni profonde, moltiplicale per un miliardo… e sarete ancora lontani dal traguardo.

Ci si può annoiare in paradiso?

No, ed è proprio questo che è difficile da comprendere. L’Apocalisse ci offre immagini sia di attività che di riposo. Chiediamo in preghiera: “Dona loro l’eterno riposo”, ma attenzione, questo riposo non è un pisolino! La vita eterna è attività riposante, o riposo attivo.

Facciamo un esempio: una buona cena con gli amici, un barbecue, del buon vino, una costoletta di manzo… Tutto questo rimane una scusa. Ciò che conta davvero è la gioia di stare insieme. Il riposo nasce dall’amicizia e dall’amore condiviso.

È anche come quei momenti di silenzio con una persona amata che ci guarda e che noi guardiamo… In questo scambio accade qualcosa di grande. È allo stesso tempo semplice, attivo, vivo e profondamente riposante, la pace dell’amore.

Il paradiso è materiale o spirituale ?

Il Paradiso è prima di tutto una realtà spirituale: vedere Dio faccia a faccia. Questa visione porta una profonda beatitudine all’anima e al cuore.

Ma i cristiani credono anche nella risurrezione del corpo. E quindi questa gioia non sarà solo spirituale, ma sarà avvertita anche nel corpo al momento della risurrezione.

Il corpo parteciperà a questa gioia. Vedrà colori mai visti prima, percepirà suoni – canti angelici, senza dubbio – mai uditi. Ci sarà una forma di gioia del corpo, del corpo trasfigurato.

Quindi sì, la gioia del cielo sarà sia spirituale che corporea, una gioia pienamente incarnata.

Possiamo perdere il paradiso? 

No, precisamente. La vita eterna è uno stato stabile che non può mai essere perso. È il possesso pacifico, totale e definitivo dell’amore.

Non c’è più dolore, non c’è più paura, non c’è più angoscia. Tutto è gioia. La felicità della relazione con Dio è definitiva.

Si può ancora essere cattivi in paradiso?

Non c’è più male in cielo. Nessuna traccia di odio, malizia o peccato. Tutto questo è stato purificato: nella santità della vita, nel martirio o nel tempo del purgatorio.

In definitiva, il Paradiso significa essere ciò che siamo destinati a essere: esseri santi e immacolati, creati a immagine di Dio.

Paradiso, paradiso, Regno di Dio: quali sono le differenze?

Sono parole diverse per la stessa realtà. La parola paradiso deriva dal persiano: evoca un giardino, un luogo di intimità con Dio. Il Paradiso è un modo per parlare della trascendenza di questo dono di Dio. La Bibbia ci parla anche del Regno di Dio. Questo regno è Gesù.

«Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo».

Un altro termine che incontriamo è vita eterna. San Giovanni scrive nel suo Vangelo: «Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo» (Gv 17,3). La vita eterna è una persona, Gesù, che ci comunica la vita di Dio.

E i non cristiani possono entrare in paradiso?

Cristo ci ha mandato ad annunciare il Vangelo:
Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato; chi non crederà sarà condannato“.

Ma la Chiesa ha sempre creduto che Dio voglia salvare tutti gli uomini. E riserva a Sé i mezzi di questa salvezza, mezzi che solo Lui conosce. Un uomo che, senza colpa sua, ha vissuto nell’ignoranza del Vangelo, ma con cuore retto, cercando di fare il bene… porta già dentro di sé un implicito desiderio del battesimo.

«Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato; chi non crederà sarà condannato».

Chi va in paradiso?

Il Paradiso è aperto a tutti. Non è un club per i perfetti, ma è riservato a coloro che accettano la salvezza offerta da Gesù Cristo. Infatti, il primo santo ad entrare in Paradiso fu il buon ladrone, un peccatore che disse a Gesù: “Ricordati di me quando verrai nel tuo regno”. Conosciamo la risposta di Gesù: “Oggi sarai con me in paradiso”.

Il Paradiso è anche la comunione di coloro che hanno riconosciuto Gesù nei poveri.

Da un certo punto di vista, entrare in paradiso è facile: basta riconoscersi poveri, peccatori, e chiedere al Signore il paradiso. Ma allo stesso tempo è molto impegnativo, perché bisogna essere umili e accettare di essere salvati da Gesù Cristo.

Ricordiamoci che la vita eterna, la nostra speranza, è una persona, Gesù Cristo, che mi ama e mi salva.

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