Incontro con Padre Charles Lenoir

Cappellano del santuario di Notre-Dame de Montligeon, padre Charles Lenoir testimonia la speranza e la bontà di Dio.

Cappellano del Santuario Notre-Dame de Montligeon, Padre Charles Lenoir testimonia della speranza e della bontà di Dio.

https://youtu.be/jsFEVKW1eR8

Con il suo passo di montagna, questo sabaudo sale più volte al giorno al piccolo villaggio di La Chapelle-Montligeon per celebrare la messa, confessare, accogliere i pellegrini alla basilica o predicare sulle fini ultime. “Sottolineo la solidarietà che esiste tra i tre livelli della Chiesa: quello di questo mondo, quello del purgatorio e quello del cielo, e faccio scoprire alle persone i modi per aiutare i nostri defunti”, spiega.

A chi pensa che il purgatorio sia “l’inferno senza la sua dimensione di eternità”, ribatte che è piuttosto l’anticamera del paradiso, vale a dire un luogo “dove si ama più che sulla terra, dove si impara ad amare fino a conseguire il massimo dei voti. Se c’è sofferenza, è più simile a quella dell’atleta”. 

Padre Charles Lenoir

Prima di arrivare a Montligeon nel 2023, questo sacerdote ha lavorato a lungo come monaco, sacerdote diocesano, esorcista della diocesi di Sées, sacerdote in una casa di carità. Momenti di luce scandiscono la sua vita, come all’età di 17 anni quando il bisogno di pregare si impone con forza su di lui.

La bontà di Dio

Da allora, non ha mancato di recitare ogni giorno il rosario: “Penso di aver ricevuto il dono della preghiera”. O ancora questo recente ritiro che gli ha fatto capire che “per riempire un bicchiere, deve essere vuoto, vale a dire che devi farti da parte in modo che uno molto più forte possa prendere il suo posto. Dio dispiega la sua forza in ciò che è povero. »

Nell’estrema debolezza, la speranza

La figura leggermente curva di Padre Charles ci fa anche riflettere su un incidente di percorso molto contemporaneo: un burn-out. “È stato molto difficile, anche se ora riconosco che è una buona cosa. Mi ero costruito un ruolo di gran lavoratore che poteva lavorare a piacimento, ma il mio corpo si è rifiutato. A poco a poco questa lunga prova mi ha insegnato a dire che se non posso più farlo, Dio può farlo in me. »

comprende allora che la speranza consiste nel fatto di affidarsi più a Dio che a se stessi. “Tutto quello che dobbiamo fare è offrirgli la nostra incompetenza e dire: ‘Eccomi’.

Trovate P. Charles e altre testimonianze in Chemin d’éternité, la rivista del Santuario di Notre-Dame di Montligeon.

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *