Nella basilica della Madonna di Montligeon in alcune occasioni si è levata una voce forte. Quella di Roger Lavoine che guida dei piccoli gruppi alla scoperta dell’edificio e del messaggio di Montligeon.
L’incontro con la Madonna di Montligeon
«La prima Messa a cui ho partecipato in questa chiesa è stata una specie di calamita per me, in entrambi i sensi della parola”. In piedi presso la navata centrale della basilica che ha già visitato tante volte, Roger Lavoine raccontaa con moderazione l’evento che ha innescato il suo ritorno alla fede. Battezzato da bambino, abbandonò gradualmente la pratica all’età dell’adolescenza. La morte di una zia nel 2017 lo ha portato nella chiesa più vicina a casa sua: la basilica di Montligeon. Viene “catturato”. Poi incontra due persone che lo fanno riflettere e lo mettono lungo un cammino “che sarà lungo”, lo avverte don Alban, cappellano all’epoca.
Molto rapidamente, questo ex professore di agraria si offre di dare una mano e di fare visitare la basilica. Recupera gli elementi utilizzati dalle guide dell’epoca, poi li completa e li approfondisce man mano che compie nuove scoperte.
Prima di ogni visita, arriva un’ora prima dell’appuntamento e prega “chiedendo alla Vergine Maria di ispirarlo”. Poi, ripassa la visita per non dimenticare nulla. Spiega ai visitatori parole sconosciute come “cenotafio”, “tintinnabulum”, “basilica”. Ma soprattutto, al di là del ‘contenitore’, trasmette il messaggio di Montligeon sugli ultimi fini. E alla fine della visita, offre un’immagine della Madonna di Montligeon.
« Quando sei un insegnante, non sai cosa succederà. Qui è la stessa cosa. » Egli non sa se i visitatori cambieranno dopo aver scoperto Montligeon. Ma una cosa, per lui, è certa: « Venire qui a Montligeon per presentare la basilica, mi toglie una parte dell’ansia di fronte alla morte. È una forma di pacificazione. »
Articolo pubblicato su Chemin d’éternité n°316, luglio-settembre 2023.