“Sono francese di origine vietnamita. Ho 53 anni. Sono arrivato in Francia nel 1978, dopo la guerra del Vietnam”. Così inizia il racconto di Thanh, che ha partecipato al Pellegrinaggio del Cielo 2024. La sua storia è segnata dal dolore della perdita. I suoi genitori e suo fratello sono scomparsi in mare, partendo con una barca che non ha mai raggiunto la riva.
Nessuna tomba
I suoi genitori e suo fratello sono scomparsi in mare su una barca che non è mai stata ritrovata. “Mi dissero che la barca era stata minata. I loro corpi non sono mai stati ritrovati. È molto doloroso per me e mio fratello. Non c’è una tomba”.
Tuttavia, questa assenza concentra la sua fede e i suoi pensieri. “Ogni mattina e ogni sera penso a loro. E questo mi dà una gioia immensa. Una gioia che mi dà la forza di alzarmi la mattina e andare a lavorare. Vivo per loro”. Dicendo questo, Thanh confida che ogni giorno è un’offerta silenziosa ai loro ricordi.
Sono sempre con me
Allora perché torna ogni anno? “Vengo qui ogni anno per rendere omaggio e per dimostrare che sono ancora con me”. Parla anche di suo fratello, che è tornato in Vietnam: “Ci siamo un po’ perduti lungo la via… Sono venuto anche per lui, per essere qui, tutti e due, in comunione con i nostri genitori e i nostri cari che sono andati in Paradiso”.
In questo modo, la preghiera diventa un luogo in cui il passato ferito si trasforma in speranza. “Essere presenti significa essere con loro, anche se non ci sono più.
Una rinascita spirituale
Provenendo da una tradizione buddista, Thanh spiega: “Sono buddista per tradizione, ma non ho vissuto il buddismo nel mio cuore. Questa distanza interiore si è trasformata in apertura grazie a un’amica cristiana. “È stata Anne-Sophie a illuminarmi davvero. Mi ha fatto venire voglia di diventare cattolica. I testi sono bellissimi; giorno dopo giorno mi sento più libera, più in pace con me stesso.
E aggiunge: “Con i cristiani intorno a me, mi sento più realizzato. Cerco di diffondere questa gioia quotidianamente, al lavoro…”. Quindi la sua conversione non è un semplice cambiamento, ma una rinascita spirituale che sta vivendo con gratitudine.
Sono vivo
Thanh parla della sua condizione di migrante quando è arrivato in Francia come orfano: “Io e mio fratello eravamo orfani. Ho frequentato il collegio con mio fratello. Anche se avevamo soldi e lavoro, ci mancava molto la nostra famiglia”. Questa perdita ha avuto un’eco dolorosa fino a quando l’incontro con la fede cattolica ha riorientato la sua vita.
“Oggi so di essere fortunato ad essere vivo”, confida. Queste semplici ma potenti parole riassumono tutta la forza della sua testimonianza: la vita, nonostante tutto, è un dono prezioso, da vivere con e per coloro che ti stanno a cuore.
Una vita in offerta
La storia di Thanh dimostra che il pellegrinaggio del Cielo è molto più di un semplice viaggio: è un momento di comunione, conforto, conversione e ricordo vivo.
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