La guerra spirituale è una lotta contro le tentazioni del diavolo, della “carne” e del “mondo”. Dopo aver spiegato in cosa consistono queste tentazioni, padre Charles Lenoir, cappellano di Montligeon ed ex sacerdote esorcista, descrive le armi del combattimento spirituale per il programma Sanctuaires normands in onda su RCF.
Di quali armi disponiamo nel combattimento spirituale?
Per combattere il demonio, c’è il discernimento degli spiriti. È l’arte di riconoscere, in tutti i nostri pensieri, quelli che vengono dallo spirito buono, dallo Spirito Santo, dalla parte buona di noi stessi, e quelli che vengono dal diavolo o dal nostro lato oscuro. Non sono la stessa cosa.
San Paolo, nella sua lettera agli Efesini, descriveva la panoplia di combattimento del cristiano: l’elmo della salvezza, lo scudo della fede, ecc. Oggi direi che abbiamo bisogno di una stazione radar e di una batteria di missili antimissile.
La stazione radar
È l’abitudine di osservare i nostri pensieri. Quando un pensiero entra nel suo spazio, il radar rileva immediatamente se è amico o nemico. Così, a poco a poco, dobbiamo imparare a riconoscere tutti i pensieri: quelli che vengono dal demonio per respingerli, e quelli che vengono dallo spirito buono per accoglierli.
La batteria di missili antimissile
E’ la preghiera: la preghiera breve, le giaculatorie, come dicevano gli antichi. Queste piccole preghiere dirette contro gli attacchi del demonio li distruggeranno, impediranno loro di nuocere.
Che cosa sa di noi il diavolo?
Non può entrare dentro di noi. Solo Dio conosce i nostri cuori. Tuttavia, il diavolo è un ottimo psicologo e ci osserva dall’esterno. È in grado di individuare i nostri punti deboli abbastanza rapidamente.
Come lottare contro le tentazioni della carne?
La carne in senso biblico è ogni tendenza sbagliata. Dobbiamo prima imparare a conoscerli, a identificare i nostri difetti. Un modo semplice è chiedere a chi vive con noi, coniugi, colleghi di lavoro, quali sono le nostre mancanze, etc…
Eliminare le brutte abitudini
È importante scoprire che tutti siamo chiamati a diventare santi. Il nostro programma di santità include lo sviluppo della qualità opposta al nostro difetto principale. Da qui l’importanza di conoscerla bene e poi metterla in pratica. Per sbarazzarsi di una cattiva abitudine, devi sostituirla con una buona.
L’esempio di S. Francesco di Sales
Alla fine della sua vita, si disse: “Oh, come deve essere buono Dio, visto che il Signore di Ginevra è così buono!” Era vescovo di Ginevra. Ma San Francesco di Sales non è nato così. Quando era giovane, era collerico, irascibile e si inalberava al minimo fastidio. Per tutta la vita lottò contro questo temperamento irascibile e sviluppò la dolcezza. E alla fine della sua vita, era diventato un modello di dolcezza.
Quali sono le tentazioni della vita spirituale?
Una delle tentazioni più frequenti è quella di far finta che Dio non esista. Di fronte a una difficoltà, abbiamo paura perché ci chiediamo cosa accadrà. Se fossimo coerenti con noi stessi e con la nostra vita cristiana, diremmo a noi stessi: “Sono un figlio di Dio, Dio veglia su di me e mi aiuta”. Il diavolo cercherà di farcelo dimenticare. Ora, a poco a poco, dobbiamo prendere l’abitudine di dire: “Dio sarà lì e mi aiuterà”.
L’arma del combattimento spirituale: la lettura della Parola di Dio
Per lottare contro il mondo, cioè contro le abitudini sociali contrarie al Vangelo, c’è la lettura della Parola di Dio. Dobbiamo confrontare costantemente il nostro modo di agire con la Parola di Dio per vedere se corrispondono, e, se c’è una discrepanza, cercare di correggerci e conformarci ad essa. Si tratta di imitare Gesù. Dobbiamo costantemente chiederci come si comporterebbe Gesù in questa situazione.
La lotta spirituale consiste nell’imparare a domandare aiuto
Dobbiamo chiedere aiuto a Dio, ma anche a tutti coloro che ci circondano. In effetti, abbiamo bisogno di una visione esterna per sapere se stiamo facendo bene. In tutte le professioni, si viene supervisionati, corretti, perché non si è ripiegati su se stessi. Anche nella guerra spirituale, gli altri possono aiutarci a discernere ciò che c’è di sbagliato in noi, attraverso la loro preghiera, attraverso la loro amicizia.
Alcuni giorni potremmo scoraggiarci a causa di questa lotta o ascoltare il demone suggerire che siamo in fondo al buco. Ma allora, un amico può dirci: “No, non sei così cattivo come pensi”.
L’arma dei sacramenti
I sacramenti sono armi della guerra spirituale perché ristabiliscono il nostro rapporto con Dio. In particolare, il sacramento dell’Eucaristia, che ci trasmette giorno dopo giorno, o settimana dopo settimana, la forza di Dio. È l’amore di Dio che ci è dato e che ci rende capaci di amare come Gesù.
C’è anche il sacramento della riconciliazione, che include sempre qualche aspetto della consulenza spirituale. Il confessore può aiutarci dicendoci, per esempio: “Pensi che questo sia peccato? Ma non è un problema. D’altra parte, l’atteggiamento che descrivi come un peccato veniale è forse più grave di così. »
Quando si arresterà questo combattimento?
Lasciamoci rassicurare dal fatto che questa lotta non durerà tutta la vita. Si fermerà il giorno della nostra morte, anche se San Francesco di Sales diceva, in modo umoristico, che il nostro difetto principale sarebbe morto un quarto d’ora dopo di noi. In cielo non c’è più lotta perché c’è il riposo eterno. Un buono sportivo si rallegra delle sue vittorie e della sua lotta perché cammina verso una vittoria. Anche noi.