Il mio rosario, il mio compagno

“Non volevo venire prima del 3 novembre, mi sembrava di abbandonare mio marito”. Queste sono le parole con cui Marie Augustine descrive la sua visita al santuario di Montligeon. Ogni anno, a novembre, si reca lì per pregare per coloro che se ne sono andati con il suo rosario, il suo compagno.

Un pellegrinaggio per i morti

È venuta con sua figlia Albertine, rispondendo alla chiamata del santuario, che inizia il novembre. Ma lasciare la sua famiglia non è stato facile.

“I miei ragazzi mi hanno detto: ‘Noi ci andiamo e tu puoi andare a stare con Albertine'”. Il sostegno della famiglia rende il suo approccio ancora più forte.

Durante il suo soggiorno ella partecipa alle funzioni, ma non solo. Le piace anche pregare da sola, mentre cammina. “Prendo il mio rosario, il mio compagno, e cammino finché non ho fatto un rosario completo”. Questa preghiera attiva la fa andare avanti. Poi torna per la messa e gli altri momenti liturgici.

Una preghiera che sale al cielo

Fin da quando era bambina, Marie Augustine ha avuto il riflesso di pregare per i morti a novembre. Non so perché, ma è sempre così”. Questo mese in particolare le sembra che porti con sé una grazia specifica.

“Ho l’impressione che le preghiere di novembre vadano più velocemente in Paradiso”. Per lei non è solo una tradizione. È una realtà vissuta. Sente che il legame con i defunti è più forte, che Dio è più vicino.

Anche se non le sembra che il suo desiderio sia stato esaudito più rapidamente, prova una sorta di consolazione interiore. “Non voglio dire che sia così, ma nella mia cultura non andiamo spesso al cimitero. Tranne che alla fine di ottobre e a novembre. È allora che visitiamo i defunti, parliamo un po’ con loro. E questo è tutto. Per lei, questo semplice gesto assume una dimensione spirituale incarnata.

Una preghiera radicata

Pregare per i morti non è un atto astratto per Marie Augustine. È un’abitudine profondamente radicata, tramandata fin dall’infanzia. È anche un modo per mantenere vivo il legame con le persone che ama.

“Non posso stare seduta qui e non fare nulla”. Camminare, pregare, recitare il rosario: tutto fa parte della stessa offerta. Non teorizza. Vive. Ed è questa fedeltà discreta che rende la sua testimonianza così potente.

A Montligeon ha trovato un luogo dove poter pregare. “Frequento le diverse funzioni, poi vado nella basilica a pregare”. Per lei il santuario è diventato un’estensione della sua casa interiore.

A novembre, tutta la Chiesa si rivolge ai defunti. La testimonianza di Marie Augustine ci ricorda che questa preghiera non è il dovere di un buon cristiano, ma un’opera di carità portata avanti da cuori semplici.

Unirsi in preghiera per coloro che ci hanno lasciato

Anche voi potete pregare per le anime del Purgatorio. Ogni giorno a Montligeon viene celebrata una messa per i defunti affidati alla Fraternità.

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