All’inizio del nuovo anno liturgico, don Paul Denizot ci dona tre consigli per vivere il tempo dell’Avvento: si tratta di un momento privilegiato per guardare al tempo con uno sguardo di fede e come realtà positiva. È anche l’occasione di fare ordine tra le vecchie abitudini. Infine, l’Avvento ci invita a prendere il tempo di essere presenti per gli altri.
Guardare il tempo con uno sguardo di fede
Per molti nostri contemporanei, il tempo è una fuga in avanti e una sorta di accelerazione permanente. Per molti l’avvenire è oscuro. In questo tempo d’Avvento, siamo invitati a portare uno sguardo di fede sul tempo e a considerarlo come una realtà positiva.
In effetti, viviamo negli ultimi tempi dal mistero dell’incarnazione, morte e risurrezione di Gesù. Sono gli Apostoli che lo dicono: «In questi che sono gli ultimi tempi» (S. Paolo). Questo significa che la vittoria definitiva del Cristo è acquisita e che noi attendiamo giustamente il suo pieno compimento, la manifestazione definitiva della vittoria del Cristo e del regno.
Negli ultimi tempi in cui ci troviamo, il regno dei cieli cresce come il granello di senape del vangelo. Cresce dolcemente, silenziosamente, invisibilmente fino alla sua perfezione, al suo compimento. E anche noi, anche noi siamo sempre in crescita. Non dobbiamo avere paura del tempo! Il tempo che ci è dato non ci fa sparire progressivamente. Al contrario, ci fa maturare e amare. Ogni minuto ci dà l’occasione di amare meglio.
Il tempo dell’Avvento è quindi un tempo privilegiato per amare meglio e crescere nell’amore.
Per vivere l’Avvento, mettere ordine tra le nostre vecchie abitudini
L’Avvento è un tempo di rinnovamento perché siamo tutti radicati in alcune vecchie abitudini. Non solo, esse non ci lasciano andare, ma si fossilizzano. Sicché le nostre vite si appesantiscono.
Il tempo dell’Avvento è quindi una benedizione poiché ci consente di tornare al senso ultimo della nostra vita, alla nostra speranza. Questa speranza ha un nome: Gesù. La speranza cristiana non è un’idea, soprattutto, né un concetto o l’oppio del popolo. È una persona: il Cristo. E se approfittassimo dell’Avvento per riscoprire il cuore della nostra fede? per far crescere in noi il desiderio di conoscerla e di amarla? per lasciarci guardare e amare da lui?
Spesso tendiamo a vedere Gesù come un giudice. Di sicuro Egli è esigente, ci scombussola e ci provoca. Lo fa perché ci ama e ci vuole fare crescere. Ma ci domanda inizialmente di accogliere il suo amore per noi. Il suo sguardo si posa su di noi in ogni istante, in mezzo alle prove, alle fatiche, alle nostre turpitudini e ai nostri peccati che talvolta sembrano ottenebrarci completamente la vista. In mezzo alle tenebre che talvolta possono invaderci, c’è questa luce definitiva che è lo sguardo d’amore di Gesù su di noi.
Durante il tempo di Avvento, riscopriamo lo sguardo di Gesù. Accogliamolo con vulnerabilità, umiltà, giovinezza dello spirito. E amiamolo con fede rinnovata.
Prendere il tempo di essere presenti gli uni per gli altri
Non lasciamoci arrestare dalle fatiche della vita e dalla stanchezza dell’inverno. Al contrario, siamo invitati a vivere pienamente il tempo presente, quel tempo che ci è donato per amare.
Durante questo tempo di Avvento, perché non sforzarci di essere presenti per gli altri? Malgrado la fatica, come posso farmi presente attorno a me, ai miei figli, al mio sposo, a mia moglie, agli altri?
Questa vera presenza non ci affatica. Ci consente di riappropriarci del tempo, di accoglierlo. Il tempo inizialmente non è sinonimo di efficacia, di una to do list su cui mettere la spunta, altrimenti rischiamo di esplodere tutti in volo.
Il tempo di Avvento è una bella occasione di rallentare, per essere veramente presenti per gli altro e rimettere Cristo al centro.