Cosa ci aspetta dopo la morte? Inferno, purgatorio, paradiso? Ecco tre insegnamenti dati per il giorno di Ognissanti 2023 da don Paul Denizot, rettore del Santuario di Montligeon, in collaborazione con l’app YouPray.
Il purgatorio
Secondo il numero 1030 del Catechismo della Chiesa Cattolica: “Coloro che muoiono nella grazia e nell’amicizia di Dio, pur essendo certi della loro salvezza eterna, dopo la morte subiscono una purificazione per ottenere la santità necessaria per entrare nella gioia del cielo”. La Chiesa cattolica afferma quindi l’esistenza di una fase di purificazione nota come purgatorio. Il purgatorio è presentato come un tempo di purificazione e di preparazione alla gioia del paradiso. Il purgatorio non è né un luogo né uno stato fisico, ma piuttosto una trasformazione interiore. Rappresenta un momento psicologico e personale, in cui ogni anima ha il suo tempo di purificazione.
Il Purgatorio è presentato come un rapporto con Cristo, un rapporto di amore, giustizia, misericordia e purificazione. Si sottolinea che questa relazione purificatrice può essere sperimentata già sulla terra, in particolare attraverso le prove e le purificazioni che ognuno di noi può incontrare nella propria vita. La preghiera e l’azione dei vivi possono aiutare le anime del purgatorio, anche dopo la morte.
L’inferno
Il numero 1022 del Catechismo della Chiesa Cattolica ricorda: “Ogni uomo riceve nella sua anima immortale la sua retribuzione eterna non appena muore, in un giudizio particolare che rimanda la sua vita a Cristo, o per la purificazione, o per entrare immediatamente nella beatitudine del cielo, o per essere immediatamente dannato per sempre”.
La Chiesa ci ricorda che non possiamo essere uniti a Dio se non scegliamo liberamente di amarlo, poiché l’amore presuppone sempre una libera decisione da parte di chi ama. Quindi, se il Signore ci offre il suo amore, siamo liberi di accettarlo o di rifiutarlo. Per questo la Chiesa ha sempre affermato l’esistenza e l’eternità dell’inferno. Non l’ha inventato lei.
Nei Vangeli, Gesù parla regolarmente della Gehenna del fuoco, un luogo dove il fuoco non si spegne, dove il verme non muore. L’inferno è il rifiuto di Dio, il ripiegamento su se stessi, il rifiuto dell’amore di Dio e delle relazioni con gli altri.
L’inferno è il rifiuto di Dio e il ripiegamento su se stessi.
Rifiutare una relazione con Dio è possibile perché Dio non ci obbliga mai ad amarlo. Abbiamo quindi la possibilità di rifiutarlo e l’inferno è questa eternizzazione del peccato, cioè del rifiuto volontario di Dio. Alla morte, l’inferno è il risultato del peccato e del rifiuto di amare fino in fondo. È un’esigenza della giustizia e dell’amore di Dio. L’inferno è terribile. Non possiamo augurarlo a nessuno.
Il paradiso
Il Catechismo della Chiesa Cattolica sottolinea che chi muore in grazia di Dio vive eternamente con Cristo, assomigliando a Dio e vedendolo faccia a faccia. Il paradiso è descritto come una realtà al di là della nostra comprensione, piena di gioia e di comunione con Dio. Immagini bibliche come il paradiso, la festa, la montagna di Yahweh e la Gerusalemme celeste sono utilizzate per evocare questa realtà celeste. La difficoltà sta nel rappresentare il cielo, perché è al di là della nostra immaginazione.
Tuttavia, a volte qui sulla terra sperimentiamo già qualcosa della vita eterna, in particolare attraverso esperienze di comunione, amore e condivisione. Questi momenti ci danno un assaggio della vita celeste. La vita eterna consiste nel conoscere Dio e vivere in comunione d’amore con lui.
Possiamo pregare per i peccatori, chiedendo alla Vergine Maria di trasformarli e di riportarli a Dio. Si incoraggia anche la preghiera per la purificazione dei defunti. In questo modo, stringiamo legami d’amore con i nostri cari defunti e continuiamo ad accompagnarli nel loro cammino verso la presenza di Dio.
Preghiera per i morti
Il Purgatorio e la pratica di pregare per i morti sono sempre stati presenti nella Chiesa. La credenza nella possibilità di aiutare i morti risale alla storia dell’umanità e la rivelazione cristiana lo conferma. Il Libro dei Maccabei lo testimonia, con Giuda che offre un sacrificio per i soldati morti in guerra. I cristiani pregano per i morti fin dall’antichità e i Padri della Chiesa incoraggiano regolarmente questa pratica. Ancora oggi, Papa Francesco sottolinea l’importanza di seppellire i morti e di pregare per loro come atto di misericordia.
Come aiutare i morti
Esistono diversi modi per aiutare i defunti durante il loro periodo di purificazione. Possiamo pregare per loro, offrire Messe per loro e, in particolare, recitare il rosario, affidandoli alla Vergine Maria. Tuttavia, la preghiera più grande e più bella è la Messa, dove Cristo si offre al Padre e dove noi offriamo il sacrificio della croce, rendendo così presente e offrendo al Padre il sacrificio di Cristo compiuto 2.000 anni fa. Questa è la preghiera più bella, perché è la preghiera di Gesù che offre l’umanità a suo Padre.
Montligeon ha una tradizione particolare: la messa perpetua celebrata ogni giorno per i membri vivi e defunti raccomandati alla Fraternité Notre-Dame de Montligeon. Questa tradizione è iniziata nel 1884 con la fondazione dell’Oeuvre de Montligeon. Continua ancora oggi.
Se desiderate raccomandare una persona viva o defunta alla confraternita, visitate il sito web di Montligeon (montligeon.org). È un atto d’amore affidarli alla fraternità e chiedere le sue preghiere in loro favore.