Il purgatorio, una purificazione nell’amore?

Il purgatorio può apparire come una realtà oscura o un has been. Tuttavia, sia che attragga, turbi o respinga, a Montligeon vediamo un rinnovato interesse per questa verità di fede. E se fosse semplicemente una purificazione nell’amore? Don Paul Denizot, rettore del santuario e coautore del libro Il Purgatorio in tutti i suoi stati (EdB) esamina il purgatorio con una lente d’ingrandimento per la rivista Chemin d’éternité n°321.

https://youtu.be/9gUdgeiUy_s
Don Paul Denizot pour Chemin d’éternité.

Don Paul Denizot è rettore del santuario di Notre-Dame di Montligeon dal 2018. Insegna teologia dogmatica nel seminario della comunità Saint-Martin a Evron, ed è coautore del libro Il Purgatorio in tutti i suoi stati (EdB).

Cos’è il Purgatorio?

Per la fede cattolica, il purgatorio è un tempo di purificazione dopo la morte per l’anima che è stata salvata e perdonata, ma che non è ancora pienamente aperta all’amore di Dio e del prossimo a causa delle conseguenze dei suoi peccati. La giustizia e la misericordia di Dio la guariscono, la santificano per prepararla alla gioia del Cielo. È l’anticamera del paradiso, poiché il padre del figliol prodigo lo prepara prima di portarlo nella sala del banchetto.

Soffriamo davvero in purgatorio? 

In effetti c’è una parte di sofferenza in purgatorio: è una sofferenza d’amore, la sofferenza del desiderio della visione di Dio. Essa sola può riempire definitivamente il nostro cuore e renderci pienamente felici. Non si tratta certo di una sofferenza punitiva o vendicativa. 

La purificazione del purgatorio è insieme sofferenza e gioia, perché l’anima sente che sta per gustare questa felicità, ma che non l’ha ancora raggiunta, come due fidanzati che sanno che presto si ritroveranno. Più passa il tempo, più aumentano il desiderio e la gioia, ma più l’attesa diventa insopportabile.

L’anima sperimenta anche un’altra sofferenza, quella della sua trasformazione quando si stacca dai vincoli del peccato. Si tratta di riordinare certe cose, un po’ come in un trattamento detox che ti permette di liberarti da una dipendenza. L’astinenza è sempre dolorosa, ma ci rende liberi e in salute. 

La parola « espiazione » può far paura…

L’espiazione non consiste nel sottomettersi alla giustizia esterna, ma nell’accettare la giustizia e l’amore di Dio per lasciarsi trasformare e liberare. In purgatorio non ci sono rimpianti o rimorsi, ma compunzione, cioè le lacrime per il fatto di sapere che siamo amati anche se siamo stati infedeli a questo amore. È anche la fiducia nella misericordia di Dio che è sempre più grande dei miei peccati e di tutte le loro conseguenze. 

L’espiazione non è quindi esterna, ma interna e trasformativa. Non mi consuma, mi guarisce. Penso alle persone che hanno commesso gravi crimini e che, alla fine della loro vita, si sono aperte al perdono di Dio. Se viene dato loro il perdono, hanno bisogno di gustare pienamente la gioia del Cielo per riparare alle ingiustizie che hanno commesso. Questa è la giustizia del purgatorio, che non rimane mai senza misericordia.

Trovate il seguito di questo articolo sulla purificazione in Purgatorio su Chemin d’éternité n°321

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *