La collera del lutto

Quando suo figlio muore a causa di un cancro devastante, Josiane è arrabbiata. Racconta della sua pacificazione dopo una sosta di lutto a Montligeon.

Quando suo figlio muore di un cancro fulminante, Josiane è su tutte le furie “al punto da rompere tutto”. Su insistenza del marito, molto religioso, ha partecipato a una sosta-lutto a Montligeon. All’inizio scettica, si è lasciata trasportare e, pochi giorni dopo, ha provato un vero senso di calma. Scoprite la sua testimonianza sulla rabbia del dolore.

Josiane de retour à Montligeon après une halte-deuil.

Sono venuta a Montligeon dopo la morte di mio figlio 6 mesi fa a causa di un cancro fulminante per fare una sosta-lutto-conforto. Non volevo proprio venire, piangevo, ma mio marito mi ha costretto. Tre giorni dopo la fine della sessione, ho sentito una calma interiore mentre provavo rabbia da rompere tutto. Sto molto meglio e ho intenzione di tornare.

La mia collera

Non abbiamo nulla su cui meditare. Non c’è tomba perché nostro figlio è stato cremato e le sue ceneri saranno sparse in mare. Dato che mio marito è molto religioso, gli ho detto: “Senti, stiamo per iscrivere Olivier a La Chapelle-Montligeon”. Quindi, il suo nome e cognome sono qui e questo ci ha confortato.

Montligeon sarà un luogo di raccoglimento fino alla fine della mia vita. Sarà come se mio figlio avesse la sua tomba qui.

Dopo la collera del lutto, la calma

Ho fatto tutto il percorso proposto al ritiro, ho aperto il mio cuore sinceramente. Non vi parlerò delle preghiere che ho recitato, perché sono venute da sole. Dopo? Per grazia di Dio! Ma non mi aspettavo affatto di ricevere una tranquillità come quella che ho oggi, non subito comunque. Ottimo.

“Forse la morte di mio figlio mi aprirà delle porte”

Farò di tutto per mantenere questa pace e per stare meglio. Penso anche che altre cose miglioreranno. Forse la morte di mio figlio, anche se è inimmaginabile, mi aprirà altre porte. Ma non è nemmeno finita, il lutto non è finito perché non se ne va con uno schiocco di dita.

Qui troviamo conforto e sostegno. Non ti danno un colpetto sulla spalla e ti dicono: “Non è niente, sai, questa è la vita”. Sì, questa è la vita, ma poi?

Qui mi sento bene. Per essere una scettica, tornerò. Sono venuta piangendo, ho visto, ho sentito e devo solo continuare. Ringrazio Dio di avermi finalmente mandato qui.

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