Che cosa c’è dopo la morte? Che cosa dice la fede cristiana?

Cosa c’è dopo la morte? Cosa dice la fede cristiana? Come parla della morte e dell’aldilà? 7 parole per comprendere tutto: morte, giudizio particolare, Cielo,purgayotio, inferno, giudizio finale, rinnovamento cosmico. A cura di don Alban Dyèvre.

La morte

La morte è « la separazione del corpo e dell’anima, il termine della vita sulla terra » dice il catechismo della Chiesa cattolica (n°1007). Dio non l’ha voluta. La nostra speranza non è nelle cose della terra. Anzi, noi crediamo che siamo chiamati a vivere per sempre. Per noi cristiani, « la vita sulla terra è un immenso ritorno alla casa del Padre » (San Giovanni Paolo II).

Come prepararsi alla morte, come ci incoraggia la Chiesa? Amando profondamente Dio, il nostro prossimo, ed amando se stessi. Le tre cose sono legate tra loro. Possiamo anche domandare alla Madre di Dio di intercedere per noi e invocare San Giuseppe, patrono della buona morte. Mozart non è un santo, eppure diceva:”Ringrazio Dio di avermi dato l’occasione di giungere a vedere nella morte la chiave della vera felicità, perché morire significa vedere Gesù, essere con Dio per sempre nella visione beatifica.

Il Cielo

« Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati », dice San Paolo. La vocazione di ogni essere umano è di andare in cielo, ossia di condividere la vita divina di Dio, la vita intratrinitaria che è una circolazione d’amore tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Il Cielo è ritrovare Dio, vederlo faccia a faccia e anche ritrovare i nostri defunti.

“Se ci rattrista la certezza di dover morire, ci consola la promessa dell’immortalità futura. Ai tuoi fedeli, o Signore, la vita non è tolta, ma trasformata; e mentre si distrugge la dimora di questo esilio terreno, viene preparata un’abitazione eterna nel cielo.” (Prefazio dei defunti).

L’inferno

L’inferno è « uno stato di auto-esclusione » (catechismo della Chiesa Cattolica n°1033). Nella libertà dell’uomo è inclusa la capacità di potere dire a Dio di sì o di no per sempre. E’ cosa misteriosa ma possibile.

Il catechismo non ha mai detto che ci siano persone all’inferno, ma afferma comunque che è possibile dire di no a Dio per sempre. La Chiesa continua ad affidare alla misericordia di Dio perfino Giuda, che ha tradito e non ha creduto possibile essere perdonato. La misericordia di dio è più grande di tutto.

Il rinnovamento cosmico

Il rinnovamento cosmico è basato sul libro dell’Apocalisse. « Alla fine dei tempi,il Regno di Dio arriverà alla sua pienezza, i giust regneranno per sempre con Cristo, glorificati in corpo e anima, e l’universo stesso sarà rinnovato » (catechismo della Chiesa Cattolica n°1042). Sarà la realizzazione definitiva del disegno di Dio di ricondurre tutte le cose sotto un solo capo, il Cristo: gli esseri della terra e gli esseri celesti.

Il giudizio particolare

Al momento della nostra morte, saremo giudicati. Il Nuovo Testamento parla del giudizio, principalmente nella prospettiva dell’incontro finale con Cristo nella sua seconda venuta.

Ma afferma anche « la retribuzione immediata di ciascuno dopo la morte in funzione delle sue opere e della sua fede » (catechismo della Chiesa Cattolica, n°1021). In funzione di questo giudizio c’è una retribuzione immediata: il cielo o l’inferno. Il destino ultimo delle anime può essere diverso per gli uni o per gli altri.

« Certi teologi recenti sono del parere che il fuoco che brucia e salva al tempo stesso è il Cristo stesso, Giudice e Salvatore. L’incontro con Lui è l’atto decisivo del Giudizio. Davanti al suo sguardo impallidisce qualsiasi falsità. E’ l’incontro con Lui che brucia in noi, ci trasforma e ci ibera per farci diventare veramente noi stessi. Le cose costruite durante la vita possono allora rivelarsi paglia secca, vanteria, e crollare.

Ma nella sofferenza di questo incontro ove l’impuro e il malsano all’interno del nostro essere appaiono evidenti, si trova la salvezza. Lo sguardo di Cristo, il battito del suo cuore ci guariscono grazie a una trasformazione certamente dolorosa, come « attraverso il fuoco ». Eppure si tratta di una sofferenza felice, in cui il santo potere del suo amore ci penetra come una fiamma, permettendoci alla fine di essere totalmente noi stessi e,attraverso ciò, totalmente di Dio. » Benedetto XVI, Spe Salvi, n°47.

Il purgatorio

Il purgatorio non è un luogo, ma uno stato della misericordia. « Il purgatorio è l’infermeria del Buon Dio », diceva il Curato d’Ars. Se in me restano tracce del peccato al momento della mia morte, ho bisogno di essere purificato, lavato, ricostruito dalla misericordia di Dio per potere godere pienamente della versione beatifica.

Un’anima in purgatorio non può più fare niente per se stessa. Ha bisogno della preghiera dei santi, di noi. Dio ci ha donato l’immensa responsabilità di pregare per accompagnare la nascita spesso dolorosa delle anime alla vita eterna.

Di quale natura è la sofferenza in purgatorio? Si parla del fuoco purificatore dello Spirito Santo. E’ anche « il ritardo della visione ». Al momento del giudizio particolare voi avete intravisto Gesù, e non avete che un desiderio: che Egli vi serri tra le braccia, ma vi rendete conto che prima avete bisogno di essere purificati.

Santa Caterina di Genova nel XIII secolo diceva che le anime del purgatorio giubilano profondamente perché sono sicure di essere salvate. Al tempo stesso, sono in una grande sofferenza perché esse non possono vedere subito Dio.

Il giudizio finale

I giudizio finale ufficializza pubblicamente il giudizio particolare. « Davanti a Cristo che è la verità sarà definitivamente messa a nudo la verità sul rapporto di ogni uomo con Dio. 635 Il giudizio finale manifesterà, fino alle sue ultime conseguenze, il bene che ognuno avrà compiuto o avrà omesso di compiere durante la sua vita terrena » (Catechismo della Chiesa Cattolica, n°1039).

“Vedremo, ma senza gelosie e con grande isericordia, tutto il bene che il nosro prossimo ha fatto e anche tutto il male che abbiamo fatto noi, ma con grande misericordia. « Tutto il male che fanno i cattivi viene registrato a loro insaputa. […] e dirà loro: Io avevo posto sulla terra i miei poverelli, per voi. […] ma sulla terra le mie membra avevano fame. Se voi aveste donato alle mie membra, il vostro dono sarebbe giunto fino al capo. […] li ho costituiti come vostri fattorini perché portassero le vostre buone opere nel mio tesoro: voi non avete posto nulla nelle loro mani, per questo non possedete nulla presso di me”, Sant’Agostino, citato al n°1039 del Catechismo della Chiesa cattolica.

Quando avverrà il giudizio finale? « Il giudizio finale avverrà al momento del ritorno glorioso di Cristo. Soltanto il Padre ne conosce l’ora e il giorno, egli solo decide circa la sua venuta. » (catechismo della Chiesa Cattolica n°1040), il giorno in cui tutti risusciteranno con il corpo glorioso…Il giudizio finale rivelerà che la giustizia di Dio rionfa di tutte le ingiutizie commesse dalle sue creature e che il suo amore è più forte della morte.

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