Stéphane Bern : “la morte peggiore è l’oblio”

Credenti o non credenti, tutti ci troviamo di fronte alla dolorosa esperienza della perdita di una persona cara: un padre, una madre, un fratello… In una conversazione informale, Don Paul Denizot ha chiesto a Stéphane Bern di parlargli del lutto e dei suoi cari defunti. Come vive il lutto? Viene mail un giorno in cui possiamo pensare che il lutto sia finito? Per Stéphane Bern una cosa è certa: la morte peggiore è l’oblio.

Stéphane Bern, l’entretien avec don Paul Denizot Sanctuaire Notre-Dame de Montligeon / Juin 2023

Stéphane Bern, lei come vive il lutto ?

Difficile dirlo. Il lutto è quel periodo durante il quale cerchiamo di staccarci dall’involucro corporeo dei nostri cari defunti. E attaccarci a qualcos’altro, al loro spirito, e quindi a un’altra forma di presenza. Ho provato il dolore di perdere mia madre quando ero giovane e da allora ho sempre vissuto con il mio pantheon nella mia testa e nel mio cuore. Quindi mia madre era sempre lì, pensavo a lei ogni giorno, viveva dentro di me.

È come se le persone che ti stanno lasciando ti passino il testimone e ti dicano: “Con tutto quello che ti ho dato, adesso sbrigatela da solo”. Poi, purtroppo, e questo è più nell’ordine delle cose, ho perso i miei nonni. Avevano avuto un ruolo molto importante nella mia educazione, perché vivevano con me, e quindi mi sono distaccato gradualmente .

Recentemente, nello stesso anno, ho perso mio padre e mio fratello. All’improvviso, ti senti solo, da solo. all’improvviso ti senti solo, lasciato a te stesso. Ti assumi la responsabilità di essere l’ultimo sopravvissuto di questa generazione. Ti senti investito dalla missione di trasmettere valori o almeno ricordi.

Arriva un giorno in cui possiamo considerare che il lutto sia terminato ?

Penso al lutto ogni giorno e ogni notte. I miei defunti vivono in me e vengono a parlarmi. Non riesco a ricordare un sogno in cui non fossero presenti. Il periodo di lutto può forse terminare quando non sono più visibili di notte. In quel momento, provi una sorta di sollievo, devo ammetterlo. È meno gravoso. La loro memoria è ancora lì, ma non vengono più a domandarvi conto delle vostre azioni. 

È possibile dire ai nostri defunti ciò che avremmo voluto dire loro quando erano vivi?

Sono qui, non sono visibili, ma sono qui. Credo che siano dall’altra parte del cammino, dove ci stanno aspettando o no. I morti vivono in noi e io continuo a parlare loro come se fossero accanto a me. Li faccio vivere nel mio cuore e, come diceva Tacito, è la più bella delle tombe. La morte peggiore è l’oblio. Non dimenticare mai il tuo defunto, mai.

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