Per un gran numero dei nostri contemporanei, vegliare un morto, e in più vegliare a casa, è una pratica morbosa o appartenente ad un’altra epoca. Perché le veglie funebri sono scomparse? Che significato ha la veglia dei defunti per la Chiesa? Quale è il suo ruolo? Bisogna ancora vegliare i defunti?
Un tempo, in Francia, i morti venivano vegliati in casa il giorno precedente ai funerali. Parenti, amici, vicini, venivano a presentare le loro condoglianze alla famiglia e si raccoglievano qualche istante davanti al corpo del defunto. Oggi bisogna riconoscere che questa tradizione è quasi sparita dal nostro universo culturale.
Negli anni Sessanta, Georges Brassens si irritava già non senza humour, del declino di questa pratica sociale : « Jadis, les parents des morts vous mettaient dans le bain / De bonne grâce, ils en f ’saient profiter les copains / Y’a un mort à la maison, si le cœur vous en dit / Venez l’pleurer avec nous sur le coup de midi… » ( In passato, i parenti dei morti ti mettevano in bagno / Con buona grazia, facevano approfittarne i compagnetti / C’è un uomo morto a casa, se il cuore te lo dice / Vieni a piangere con noi allo scoccare di mezzogiorno … »)
Perché le veglie funebri sono sparite ?
Oggi bisogna riconoscere che questa tradizione è quasi sparita dal nostro universo culturale. E’ giocoforza costatare che la sparizione delle veglie funebri sembra intimamente legata alla perdita del senso della morte. La morte è divenuta un tabù assoluto. Viene crudelmente a ricordare la sua finitezza all’uomo contemporaneo, che non sa più che senso darle. Allora egli nasconde la morte, rifiutando di ammettere l’evidenza che un giorno egli morrà e in definitiva resta solodi fronte a questa angoscia.
Che significato ha la veglia dei morti per la Chiesa?
Per la Chiesa, la veglia dei morti, a casa o in un luogo apposito, non è una pratica morbosa o passata, ma una preghiera viva al servizio della fede, della speranza e dell’amore. La veglia funebre o gli istanti trascorsi presso il corpo dei nostri defunti permettono anzitutto a coloro che restano di incominciare il lutto e prendere coscienza del decesso.
L’anima del nostro defunto ha lasciato il suo corpo che noi stiamo vegliando. Il fatto di toccarlo, baciarlo o guardarlo ci permette di entrare dolcemente in questa realtà dolorosa. Colui (colei) che stiamo vegliando non è più qui.
Quale è il ruolo della veglia?
Un tempo per guardare un’ultima volta il suo viso, per deporre presso di lui/lei quel che abbiamo in cuore (i rimpianti, l’ira, i ricordi…). Si tratta ancora di preghiera e raccomandazione al Signore, intercessione per il nostro defunto/a, in unione con la vergine Maria, gli angeli e i santi del Cielo, affinché egli/ella gusti la gioia del Regno.
La veglia è anche un tempo di intimità per ringraziare il nostro defunto, chiedergli perdono o perdonargli sotto lo sguardo di Dio.
Gli istanti trascorsi presso il corpo dei nostri morti, infine, costituiscono un omento particolare per ravvivare la nostra fede e la nostra speranza nella risurrezione dei corpi, di quel corpo, di quel volto che ormai non vedremo più ma che speriamo di rivedere nella gloria. s
Don Paul Denizot, Chemin d’éternité n°382