Che cosa accade del nostro corpo alla resurrezione della carne?

« Credo nella resurrezione della carne, la vita eterna. Attendo la resurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. » Così si chiude la professione di fede cattolica. Ma in quale « carne» « resusciteremo » ? che cosa avverrà del nostro corpo alla resurrezione della carne?

Che cosa succede del nostro corpo alla morte?

Al cristiano che si interroga in questo modo, alcuni diranno che la scienza rende obsolete queste domande… Altri, come i seguaci della “New Age”, parleranno di “corpo astrale”, di “reincarnazione”… Ma la fede della Chiesa non è una favola. Cristo ci ha detto che ci risusciterà nell’ultimo giorno (cfr Gv 6,39-40), e ci ha dato in pegno la sua stessa risurrezione.

Certo, con la morte la nostra anima si separa dal corpo e quest’ultimo, divenuto cadavere, si decompone. L’anima, realtà di ordine spirituale, incontra allora Dio che le fa vedere in un lampo tutta la verità della sua vita e la introduce o subito nella gioia eterna, o in uno stato intermedio di purificazione (questo è il purgatorio), o nelle tenebre esteriori se quest’anima si è purtroppo fissata sulla morte in atteggiamento di rifiuto di Dio e della sua misericordia.

Risurrezione della carne: di quale carne si tratta?

Ma la «risurrezione della carne» non avverrà fino all’Ultimo Giorno, quando «il volto di questo mondo passerà» (cfr 1 Cor 7,31). Non esisteranno più lo spazio, il tempo e la materia che conosciamo oggi: tutto sarà radicalmente trasformato. La nostra personalità – spirito, anima, corpo – sarà allora pienamente ripristinata, e l’anima ritroverà questo corpo a cui dà forma, e di cui ha bisogno per essere pienamente se stessa.

Questo nuovo corpo, veste dell’anima, sarà per ciascuno il proprio corpo, portando la memoria dei suoi atti passati. Ma gli eletti allora si saranno rivestiti di Cristo: corpo e anima saranno perfettamente armonizzati, uniti e integrati nella perfezione di Cristo risorto nella gloria di Dio.

Di quale gloria saremo rivestiti alla resurrezione della carne?

Cos’è questa gloria? È una luce puramente spirituale che rivela Dio e comunica la sua presenza e la sua vita in tutti i gradi del Creato, dal più alto degli angeli fino alla nostra carne. Questa luce vestirà, penetrerà, assorbirà ciascuno degli eletti. Li farà risplendere come dei soli, ciascuno nella propria forma desiderata, creati e amati da Dio in ciò che ha di unico: l’immagine singolare e personale di questa immagine perfetta del Padre che è il Figlio, pienamente rivelata nello Spirito Santo.

Così san Paolo diceva che alla risurrezione il nostro corpo sarà «riformato, trasfigurato nella forma del corpo di gloria» (cfr Fil 3,21) di Cristo risorto «alla destra del Padre». Sarà un corpo glorioso vivo della luce e della vita di Dio: i sensi, la memoria, l’intelligenza, tutte le facoltà del corpo e dell’anima saranno unite in un atto semplice e perfetto di contemplazione di Dio, e sbocceranno nel suo amore.

San Paolo ci dice anche (cfr 1 Cor 15, 44) che il nostro corpo quaggiù è psichico (e quindi segnato dalla chiusura della nostra anima su se stessa) ma che risorgerà come corpo spirituale: corpo e anima personali, viventi nella perfetta unità dello Spirito, in comunione con tutti gli eletti e tutti gli angeli nella luce di Dio.

Una nuova esistenza radicalmente e incommensurabilmente diversa

Con “il nuovo cielo e la nuova terra” (cfr Ap 21,1) che si manifesteranno nell’ultimo giorno, saremo dunque elevati a condizioni di esistenza radicalmente incommensurabili rispetto a ciò che la scienza può insegnarci oggi su questo questo mondo. E questa nuova esistenza sarà il miraggio del “corpo astrale” degli spiriti.

Anche oggi, con un atto di fede pienamente aperto all’intelligenza e alla sapienza donata dallo Spirito Santo nella grazia eucaristica di Cristo risorto, il nostro cuore può riconoscere questa presenza dell’eternità già iniziata, e ricevere la fiduciosa intuizione della luce della gloria che un giorno ci riunirà nella “casa del Padre” (cfr Gv 14,2).

Christophe Attali


Articolo pubblicato in Chemin d’éternité, rivista del Santuario della Madonna di Montligeon n°244, maggio-giugno 2011.

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