L’idea dell’espiazione fa rabbrividire. Tuttavia, è un modo per riparare il torto commesso e ristabilire la giustizia. L’espiazione e la riparazione in purgatorio sono liberatorie e guaritrici. Si fanno in un tempo che è un segno della tenerezza e della pazienza di Dio. Spiegazioni di Don Paul Denizot per RCF nella Cronaca del Purgatorio #6.
Riparazione in purgatorio
In purgatorio, si ripara per i propri peccati. Ma nella misura in cui la misericordia divina è immensa, assoluta, perché Dio non può fare tabula rasa? Forse sarebbe più semplice e veloce.
Il perdono non è oblio, né è mancanza di riparazione. C’è una dignità da riparare. Quando un bambino ha rotto di proposito qualcosa perché era arrabbiato, sua madre può perdonarlo. Ma se cerca di fare ammenda, c’è qualcosa che ripristina la giustizia e il disordine che ha causato. E ripristina anche il suo rapporto con sua madre.
L’espiazione libera
Oggi si parla molto di riparazione nella Chiesa. È un’idea che forse avevamo un po’ messo da parte. La si chiama anche espiazione. Impone di subire una condanna per un male commesso. Ma l’espiazione libera anche dal male. Nel purgatorio c’è sia la giustizia che l’amore. Non è una giustizia vendicativa che punisce e ferisce, ma è una giustizia che trasforma dall’interno, che apre all’amore e che guarisce.
Non ci salviamo da soli
Pregare per i defunti è ricordare a noi stessi che in purgatorio non ci salviamo da soli. Nel nostro mondo, tutti cerchiamo di essere indipendenti. Questo è illusorio perché la nostra vita dipende da quella dei nostri genitori, dei nostri educatori e delle relazioni interpersonali. Dipendiamo dagli altri su questa terra e oltre.
Dipendo dagli altri e dipendo dalla loro preghiera. Noi, i vivi, abbiamo la dignità di pregare per i defunti. Dio non ha bisogno della nostra preghiera, ma l’attende per mostrare loro misericordia. Così, i legami d’amore che erano già sulla terra continuano oltre la morte.
Il tempo del purgatorio
Abbiamo bisogno di tempo per evolverci. Lo vediamo nell’educazione dei bambini. Per farli crescere, ci vuole tempo. Così è per il regno di Dio. Ci vuole tempo perché si sviluppi e cresca in noi.
Così il tempo nel purgatorio è un segno della delicatezza, della tenerezza e della pazienza di Dio. È come una madre che, con una carezza delicata, ci incoraggia a crescere.