I nostri morti ci parlano ?

Dov’è, dov’è ormai la persona cara che è morta? I nostri morti ci parlano? Queste domande sorgono spesso quando ci confrontiamo con un lutto. Per rispondervi, cerchiamo dei segni. Questa ricerca è legittima? Il racconto dell’apparizione del Cristo risorto a Maria Maddalena la mattina di Pasqua ci può mettere lungo la via corretta. Articolo di don Bertrand Lesoing.

Maria Maddalena parla con gli angeli

Maria Maddalena si reca alla tomba e scopre che la pietra è stata fatta rotolare via, quindi corre velocemente ad avvertire i discepoli, poi torna al sepolcro. Sopraffatta dall’emozione, scoppia in singhiozzi.

Chinandosi verso l’interno della tomba, vede due angeli seduti là dove aveva riposato il corpo di Gesù. « Donna, perché piangi? » le domandano. Ella risponde loro con la massima semplicità : « Perché hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno messo. »

Ciò che ci stupisce maggiormente in questo incontro è indubbiamente il fatto che Maria stessa non si stupisca. Lì ci sono degli angeli, le parlano, ed ella risponde. Il carattere inusitato della situazione non le balza agli occhi.

Per andare oltre

I nostri morti ci parlano ?

Da parte nostra, forse noi non vediamo gli angeli, ma in occasione di un lutto, il venir meno delle finzioni e delle illusioni ci rende più sensibili alla presenza, quaggiù, del mondo invisibile. L’esperienza della sofferenza, della vulnerabilità e della nostra povertà non ci allontanano dalla realtà, ma la rendono più trasparente.

Ciò che restava invisibile e nascosto prende immediatamente il proprio vero spessore: un sorriso donato, una parola ricevuta, un avvenimento che in tempi normali sarebbe passato inosservato divengono così dei piccoli segni che il Signore ci indirizza per consolarci e darci sollievo.

Il mondo invisibile si rende un po’ più visibile. Maria può così aprirsi alla fede, si volge – in tutti i sensi del termine, fisicamente e spiritualmente – vede un uomo e, dopo un attimo di confusione, riconosce in lui il Cristo, il Signore vivo e risorto.

Allora sì, forse alcuni ricevono dei segni dai loro defunti. Come Giovanni Bosco ad esempio, che nel sonno sentì il suo amico Luigi Camollo dirgli : « Bosco, sono salvo ». Ma forse non è questa la cosa più importante. I piccoli segni che il Signore indirizza a tutti sono quelli che ci incitano a progredire nella fede, la fiducia e la speranza.

Articolo pubbicato in Chemin d’éternité, rivista del Santuario di Montligeon, n°297, marzo-aprile 2020. Scoprire Chemin d’Eternité

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