Possiamo essere solidali nel bene e nel male? Le nostre azioni influenzano solo la nostra vita o anche quella degli altri, compresi i morti?
In un’epoca segnata dall’individualismo, la nozione di solidarietà solleva delle domande. La Chiesa cattolica insegna che esiste una comunione dei santi, una solidarietà misteriosa ma reale che unisce tutti i credenti, vivi e morti.
In questo programma del Sanctuaire Normand su RCF, Don Thomas Lapenne, cappellano del santuario di Notre-Dame de Montligeon, fa luce su questo tema. Ci invita a capire come siamo chiamati a fare il bene insieme… e come, purtroppo, possiamo anche essere complici del male.
Solidarietà e individualismo?
La società vive alcune contraddizioni. Da un lato, valorizza lo sviluppo personale e la realizzazione individuale, mentre dall’altro vede tutti come consumatori che hanno bisogno di essere soddisfatti.
Dall’altro lato, aspira all’unione tra le persone, a trovare insieme soluzioni alla povertà e ai conflitti. Cerca di vivere qualcosa in comune: un progetto per un’associazione, una nazione, uno stato o una parrocchia.
Ci troviamo quindi a navigare tra due tendenze: la promozione dell’individuo e la richiesta di aiuto reciproco e solidarietà, soprattutto nei confronti dei più poveri.
Lavorare insieme per il bene comune
Il bene comune trascende gli interessi individuali. Non è solo la somma dei beni di ciascuno, ma qualcosa di più grande di noi. Ad esempio, la società è più della somma degli individui: è un’organizzazione, un ordine di relazioni – aiuto reciproco, sostegno, correzione fraterna – che va a beneficio di tutti.
Ognuno di noi ha quindi bisogno di partecipare a un bene che va oltre se stesso: il bene del creato, il rispetto per la natura che Dio ci ha affidato, o anche una famiglia. Una coppia non è solo il signore e la signora, ma anche tutto ciò che hanno costruito insieme: l’amore, l’ascolto, il perdono… Il bene comune ci supera e ci realizza.
Il bene è contagioso quanto il male?
Il bene è più contagioso del male. Anche se gli eventi attuali ci danno l’impressione opposta, crediamo che il bene sia più forte nella sua bontà di quanto il male lo sia nella sua malignità.
In effetti, la bontà costruisce di più. Il cuore umano è fatto per il bene. C’è un effetto valanga sia nel bene che nel male. Un atto di gentilezza suscita gratitudine, che porta ad altre azioni buone. Alla fine, il bene prevale sempre.
In solidarietà con i morti?
Questa solidarietà è chiamata comunione dei santi. Esiste un legame tra il mondo visibile – noi qui sulla terra – e il mondo invisibile – i santi in cielo e le anime del purgatorio in cammino verso Dio.
Queste anime, benedette e salvate, attendono le nostre preghiere. Anche se sono prive di corpo, rimaniamo legati a loro a un livello personale e profondo. Non posso più offrire fiori o abbracciare una persona defunta, ma posso augurarle ogni bene, pregare per lei e amarla spiritualmente.
Indulgenza e solidarietà
L’indulgenza ci permette di continuare a fare del bene a coloro che ci hanno lasciato. L’indulgenza perdona le conseguenze del peccato, sia nella persona che nelle relazioni.
Lenisce, guarisce e purifica. È un dono di Dio, tramandato dalla Chiesa, soprattutto durante l’Anno Santo. Grazie ad essa, posso agire spiritualmente a favore dei miei defunti, anche se non posso più vederli.
“Ciò che leghi in terra sarà legato in cielo?”
Gesù disse questo agli apostoli. Non ci sono solo legami negativi che imprigionano. Ci sono anche legami buoni, voluti da Dio: legami di famiglia, amicizia e sostegno. Non scompaiono con la morte, a meno che non li rifiutiamo.
Anche i sacramenti – battesimo, penitenza, Eucaristia, matrimonio – creano legami con Dio e con la Chiesa. Ciò che è stato vissuto nella carità sulla terra viene conservato in cielo, in modo trasfigurato.
Uniti nel male?
Purtroppo sì. Siamo fatti per il bene, ma possiamo desiderare un bene in modo sbagliato, oppure desiderarlo in modo disordinato.
Ci sono complicità cattive: mentire insieme, tradire insieme. Questo tipo di solidarietà manca della forza e della profondità della bontà. Il male unisce in superficie, senza vera amicizia. Il bene, invece, unisce nella verità.
Come possiamo coltivare una solidarietà virtuosa?
Dobbiamo coltivare le vere amicizie, compiere atti di gentilezza e incoraggiare gli altri a fare del bene. Si tratta di aiutare, dare il buon esempio e pregare gli uni per gli altri.
Anche la correzione fraterna ha il suo posto: avvertire qualcuno vicino a te che sta percorrendo la strada sbagliata. Il male contamina. Al contrario, facciamo del bene insieme.
Una società è felice solo se tutti possono partecipare al bene comune e nessuno deve essere escluso o emarginato. Il bene supremo è Dio. La felicità è la comunione dei santi sotto lo sguardo del Padre.
In ultima analisi, non viviamo mai da soli. Le nostre scelte influenzano gli altri, nel bene e nel male. La solidarietà nel bene è più forte, più fruttuosa e più unificante di qualsiasi complicità nel male.
La comunione dei santi ci invita ad amare attivamente, anche oltre la morte. Attraverso la preghiera, i sacramenti e l’indulgenza, possiamo promuovere la carità nelle nostre relazioni presenti ed eterne.
👉 Vous souhaitez concrètement vivre cette solidarité spirituelle ? Rejoignez un groupe de prière pour les défunts, tel que ceux proposés à Montligeon, et portez dans la prière ceux qui vous ont précédé.
Faisons le choix d’être solidaires dans le bien. Dès aujourd’hui.