La speranza di Cenerentola è la speranza cristiana? Poiché l’autore (Charles Perrault) fu immerso nella cultura cristiana, il suo racconto riprende un gran numero di elementi e di temi che si riferiscono alla Storia della Salvezza: siamo divenuti peccatori, abbiamo bisogno di un abito per le nozze, non posiamo giungere alla salvezza da soli, il nostro tempo è contato, il Figlio di Dio ci cerca, la nostra speranza è infinita. Decrittazione di don Guillaume d’Anselme per RCF.
La dignità perduta
Ereditiera di buona famiglia, Cenerentola è relegata allo status du serva nella propria casa a seguito delle nuove nozze di suo padre, vedovo, con una matrigna intransigente. Questa prima parte del racconto ci fa pensare allo status originale di Adamo ed Eva, perduto a causa del peccato. Il racconto fa anche pensare alla parabola del figliol prodigo che, dal suo status di figlio, cade in miseria.
Abbiamo bisogno di un abito per le nozze
Nel racconto, tutte le figlie sono invitate al ballo del principe, ma per parteciparvi serve un abito appropriato. Nella Bibbia, rivestire un abito appropriato è indispensabile per partecipare alla festa di nozze. Cenerentola deve cucirsi il proprio abito. Questo ci fa pensare agli sforzi che realizziamo nella nostra vita per renderci degni di partecipare alla festa di nozze dell’Agnello: praticare la giustizia, acquisire le virtù, santificarsi.
Non possiamo salvarci da soli
Nella storia di Cenerentola, Disney ha immaginato degli amici topini che la aiutano a cucirsi l’abito, recuperando gli elementi necessari qui e là. Del pari, anche noi dobbiamo portare la nostra piccola parte, come i cinque pani e i due esci della moltiplicazione dei pani.
Eppure l’abito di Cenerentola non resisterà alla furia delle sue due dorelle. Ella necessiterà di un abito nuovo, non frutto dei suoi semplici sforzi, ma donato « dall’alto » dalla fata sua madrina. Al di là dei nostri sforzi personali, questo evoca l’aoito soprannaturale apportato dalla grazia divina, che viene a sopperire alle nostre deficienze.
Il nostro tempo è contato
Il principe che si innamora di Cenerentola evoca il modo in cui Dio si innamora del suo popolo, di quella che diventerà la sua sposa (nel libro di Ezechiele o nel Cantico dei Cantici, ad esempio). Ma i dodici rintocchi della mezzanotte ricordano che noi non siamo ancora stabili nella felicità su questa terra. Il sogno di Cenerentola non la deve distrarre dalla sua quotidianità. All’ultimo rintocco di mezzanotte ella ritrova il suo stato di serva, di peccatrice. Possiamo talvolta vivere dei momenti di Thabor , dove avremmo voglia di restare con Gesù, Mosè ed Elia (come nella Trasfigurazione). Ma Egli ci ordina di tornare inpianura, ossia nella nostra vita quotidiana con i suoi pesi.
Il Figlio di Dio ci cerca
Il Principe cerca Cenerentola ovunque. Questo ci fa pensare al modo in cui il Padre invia suo Figlio a ritrovare la pecora perduta e a cercare a sua sposa infedele, che egli ama. Quando infine il Principe ritrova Cenerentola, il racconto si arresta su una frase di rito : « Essi vissero felici ed ebbero molti figli ». E’ come se il seguito della storia uscisse dal tempo. Anche noi, in un certo modo, siamo chiamati ad entrare nell’eternità.
La nostra speranza è infinita
« Un giorno il mio principe arriverà ». La speranza di Cenerentola è la speranza cristiana? Nella sua attesa, c’è un’intuizione profondamente umana e cristiana: la felicità verrà, e si stabilisce nella relazione con chi si ama. L’attesa della vita eterna espressa nella Bibbia risponde a questi due criteri. Ma la speranza cristiana supera radicalmente l’attesa di Cenerentola. Noi siamo fatti per un amore più grande, un amore che supera la sofferenza e la morte.