Il purgatorio è il grande dimenticato del XXI secolo. Chi parla ancora di purgatorio? Esiste? Dobbiamo crederci? Il purgatorio è una verità di fede? Spiegazioni di don Paul Denizot.
Non è facile parlare di purgatorio al giorno d’oggi. I sacerdoti non ne parlano troppo nella loro predicazione. Accade che teologi o storici moderni rifiutino la sua esistenza e aspettino che sparisca.
Infine, non è raro incontrare persone che si meravigliano del fatto che la Chiesa ne parli ancora nel XXI secolo:« Sitratterebbe di evolvere e di rinunciare a queste credenze d’ltri tempi!»
A dire il vero, questa sfida di fronte al purgatorio riguarda soprttutto i cristiani della Francia metropolitana e di qualche paese della nostra vecchia Europa secolarizzata. Pare che sia ben diversa la situazione relativamente ai nostri fratelli e sorelle dei Dipartimenti d’Oltremare, d’Arica, d’Asia e d’America.
Il purgatorio
esiste?
La disaffezione verso il purgatorio e indubbiamente colpa del giansenismo e dell’abbandono della predicazione sulle fini ultime. Eppure il purgatorio esiste. Certo il dogma del purgatorio è stato proclamato tardivamente, ma i cristiani (e gli Ebrei dell’Antico Testamento prima di loro) hanno sempre creduto alla possibilità d’una purificazione dopo la morte. La loro fede poggia in particolare sulla pratica antica e universale della preghiera per i defunti. Ancora oggi, la Chiesa (Concilio Vaticano II, Catechismo della Chiesa Cattolica, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, Francesco) insegna in tempi diversi l’esistenza del purgatorio.
Il purgatorio,
verità di fede
Il purgatorio è una verità di fede? Senza alcun dubbio, poiché è effetto eminente della misericordia di Dio. Come un medico, il Signore prepara le anime dei defunti a vederlo purificandoli con il suo amore. Non sono dunque né abbandonate da Dio, né dagli angeli, né dai santi del cielo che intercedono per loro.
Il purgatoio è anche una grande ragione di speranza per noi vivi, perché nel mistero dellacomunione dei santi scopriamo che non è mai troppo tardi, né mai inutile, fare pervenire un grazie o il perdono a coloro che abbiamo amato: che non è mai troppo tardi per toccare il loro cuore e accompagnarli in questo « tempo di misericordia ».
Don Paul Denizot, rettore, Chemin d’éternité n°295 – novembre/dicembre 2019.