Devo rinunciare a tutto ciò che amo sulla Terra – i miei beni, i miei amici, la mia famiglia – per morire in pace? Al microfono di Guillaume Desanges per la trasmissione sui Santuari n Normandia su RCF, don Guillaume d’Anselme precisa il senso di questa rinuncia.
La morte ci priva dei nostri beni materiali, del nostro status, delle nostre responsabilità, delle nostre realizzazioni, della nostra famiglia e dei nostri amici, e perfino del nostro stesso corpo. Di fronte a questa prospettiva dolorosa, dobbiamo prepararci? dobbiamo rinunciare sin da oggi a ciò cui teniamo?
Rinunciare ai nostri beni materiali
Gesù ci invita effettivamente a non attaccarci ai beni di questo mondo: “Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà” (Mt 16, 25).
La rinuncia alla quale siamo chiamati non viene dal fatto che questi beni siano una cosa cattiva di per sé. Sono dei mezzi che ci vengono donati da Dio per vivere su questa terra e costruire il Regno di Dio. Ma non dobbiamo accaparrarcene e considerarli come il nostro fine, attaccandoci ad essi al punto di dimenticare il nostro orientamento verso la vita eterna. La morte ci costringe a rinunciare ai nostri beni, ma ciò in vista di un bene più grande: l’unione con Dio in Cielo.
L’ostacolo della ricchezza
Gesù ha delle parole dure contro coloro che sono troppo affezionati al denaro: “E’ più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel Regno di Dio ” (Mc 10, 25). Ma non è necessario che siamo miliardari perché queste parole ci tocchino: anche se possediamo poche cose, possiamo esservi molto attaccati e quindi avere difficoltà a rinunciarvi.
L’ostacolo della ricchezza viene dall’illusione che questa ci dona, di potere ottenere tutto. Alla fine, ricchi o poveri, dobbiamo accettare di staccarcene. Questo distacco si prepara e si elabora durante tutta la vita…
Rinunciare ai legami con le persone che amiamo
La morte ci spossessa anche dei legami che abbiamo tessuto con coloro che amiamo. Bisogna accettare di rinunciare ai nostri amici e alla nostra famiglia. Questo non significa che questi legami saranno irrimediabilmente tagliati, ma che la loro natura cambierà. Anche i nostri affetti hanno bisogno di essere trasformati, purificati, perché in Cielo verranno vissuti in maniera diversa.
Non si tratta quindi di rifiutare qualsiasi legame ai beni e alle persone su questa terra, bensì di vederli come dei doni e non come qualcosa che ci è dovuto. Rendere grazia per loro, ma ricordarsi che essi trovano il loro significato ultimo nel compimento della nostra vocazione ultima. Si tratta di vivere questa beatitudine sin da ora: “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il Regno dei cieli” (Mt 5, 3) per essere pronti alla grande rinuncia della morte.
Infine, pregare gli uni per gli altri ci aiuta a prepararci alla morte. Potete iscrivere coloro che amate e raccomandare voi stessi alla preghiera della Fraternità di Montligeon.