La reincarnazione o metempsicosi sono molto di moda nelle nostre società occidentali. Queste credenze impregnate di buddismo e d’induismo confessano una vita dopo la morte e una giustizia che retribuisce i nostri atti al termine della nostra vita terrestre. Questa affermazione è condivisa dalla fede cristiana nella resurrezione. Tuttavia, reincarnazione e resurrezione sono la stessa cosa? Quali sono le differenze tra resurrezione e reincarnazione? Risposta di don Paul Denizot al microfono di Guillaume Desanges per RCF.
Reincarnazione e resurrezione suppongono una vita dopo la morte
Reincarnazione e resurrezione suppongono l’esistenza d’una vita dopo la morte. I cristiani la chiamano vita eterna. Per gli indù ed i buddisti, la reincarnazione conduce al nirvana. Si tratta di uno stato di estinzione del desiderio umano che implica la fine del ciclo delle reincarnazioni attraverso la dissoluzione nel Grande Tutto e una sparizione dell’io. Al contrario, nella resurrezione, sarò pienamente me stesso.
E’ interessante constatare che la reincarnazione all’occidentale è molto romantica. Quelli che vi credono, si felicitano ad esempio di essere stati nella vita precedente un generale dell’esercito di Alessandro o una cortigiana persiana! Dimenticano che per le credenze orientali, la reincarnazione costituisce una maledizione e essa prosegue fino a che non si raggiunge l’estinzione completa dei desideri.
Un altro punto di convergenza tra reincarnazione e fede nella resurrezione è l’affermazione di un tempo di urificazione necessario. Nel primo caso, si tratta di un ciclo di purificazione attraveerso vite successive. La fede cristiana da parte sua confessa l’esistenza del purgatorio, un tempo (che non è il nostro tempo cosmologico) n cui l’anima si prepara alla piena comunione con il Signore. Ma in purgatorio la persona resta totalmente se stessa, anzi diviene progressivamente ciò che è chiamata ad essere pienamente nel piano d’amore di Dio.
La reincarnazione e la resurrezione affermano l’esistenza di una giustizia che retribuisce i nostri atti
Ciò che facciamo quaggiù ha un peso per l’al di là. Le saggezze orientali e il cristianesimo lo credono. Affermano ugualmente l’esistenza d’una giustizia, che però non è la stessa.
Prendiamo l’esempio di un bambino con un handicap dalla nascita. La credenza fatalista nella reincarnazione spiegherà che questa malattia è la conseguenza di un errore commesso in una vita anteriore. Di quale errore si tratta? Non ne sappiamo nulla.
Gesù ci libera dal fatalismo e da questa tentazione che talora attraversa l’Antico Testamento : « Che cosa ho fatto al buon Dio? »
Egli ci rivela che il cieco nato che egli guarisce, è cieco non per propria colpa né per colpa dei suoi genitori. Che il suo handicap non è la conseguenza di una sanzione divina. Ancora, la rivelazione ci mostra che la giustizia divina ci insegna sempre qualcosa, per far crescere misteriosamente coloro che Dio ama.
Per il cristianesimo, una vita fallita è una vita che rifiuta Dio fino alla fine. Ma il Vangelo ci insegna che fino al momento della morte possiamo accogliere la grazia e convertirci. Così il grido del Buon Ladrone crocifisso con Gesù o : « Gesù, ricordati di me quando sarai nel tuo Regno » e la risposta inaudita del Cristo : « Oggi sarai con me nel paradiso », ci mostrano che possiamo riuscire nella nostra vita avendo successo nella morte.
La resurrezione non cancella tutta la nostra vita
La reincarnazione è dura. Essa afferma che una volta che la vita è terminata, tutto si cancella e si passa ad altro (un’altra vita in un nuovo corpo). Ma che cosa succede dei rapporti, del mio amore per mia madre, per i miei figli, i miei amici?
Per la fede cristiana la vita eterna non implica una spersonalizzazione o una sparizione dei legami d’amore e delle relazioni. Io resto me stesso e resto un essere di relazione. Tutte le relazioni che costruisco quaggiù hanno un peso di eternità. I rapporti costruiti nell’amore sono chiamati a durare… per sempre. Questo è olto riconfortante e consolante.
Intervista realizzata in partenariato con RCF per la trasmissione
“Les sanctuaires Normands” in nda tutti i martedì alle h 19.15
https://rcf.fr/spiritualite/les-sanctuaires-normands