Possiamo ancora sperare mentre tutto affonda?

Crises économiques et politiques, drames personnels, deuils, ruptures..., quand tout s’effondre autour de nous, l’espérance nous est-elle d’un grand secours ?

Crisi climatiche, guerre, incertezze economiche e politiche, drammi personali, lutti, rotture… Quando tutto sembra affondare intorno a noi, la speranza ci è ancora di grande soccorso? Che fare quando la tentazione della disperazione ci prende?

Don Paul Denizot, al microfono di Guillaume Desanges per RCF Orne-Calvados-Manche.

Che cos’è la speranza ?

Non è l’ottimismo, che è piuttosto un tratto positivo del carattere. Non si tratta nemmeno della speranza intesa come passione, una reazione emozionale di fronte a un bene che ci attrae ma è difficile da ottenere. Con la fede e la carità, la speranza è una delle tre virtù teologali, ossia donate da Dio.  Come per tutti i doni ricevuti da Dio, non si tratta di restare passivi ma di cooperare con la grazia. Ad esempio, dipende da me mettere in atto il dono della carità e di compiere atti di speranza per crescere nella speranza. .

Tutti noi conosciamo delle situazioni difficili. Io sono andata di recente nella Repubblica Democratica del Congo. Di fronte alle mancanze di elettricità, alla crisi del grano che si preannuncia, c’è di che essere inquieti. Da noi la situazione apparentemente sembra meno grave, non si muore per le strade come a Calcutta, ma abbiamo un con sumo molto elevato di ansiolitici. Le fratture sociali, la solitudine, sono un’altra forma di povertà. Qui come laggiù, la speranza è un combattimento da condurre.

Come coltivare la speranza?

Di recente mi è capitato di ascoltare giovani delle generazioni Y e Z esprimere la loro paura a proposito del riscaldamento climatico. Anche se le loro paure sono fondate, mi sembra che questo nasconda più profondamente una paura dell’avvenire in generale. La speranza cristiana afferma che l’avvenire appartiene a Dio, ma noi ci crediamo o no? Crediamo che Dio è padrone del tempo e della storia? Per sperare, bisogna dunque incominciare con un atto di fede: sì, credo al ritorno di Cristo nella gloria e che alla fine il Signore ricapitolerà tutto.

La speranza si appoggia su una seconda dimensione: la certezza che il Cristo è là, nella mia vita, nonostante tutte le prove che attraverso e che turbano i mio cuore. Egli l’ha detto : « Sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo »  (Mt 28, 20). Noi non siamo mai soli. Certe vite sembrano apparentemente un fallimento, come quella dei martiri del Giappone, crocifissi perché hanno rifiutato di rinnegare la loro fede in Gesù. O ancora come quella di San Massimiliano Kolbe che ha donato la sua vita per salvare un padre di famiglia ed è morto di fame in un bunker. O ancora come quella di Gesù crocifisso, allorché aveva suscitato tante speranze!

Attraverso questi esempi e nella nostra vita stessa, la speranza consiste nell’ascoltare il Signore dirci: vivi questa prova con me e scoprirai che è nello scacco che io vinco, che trasformo il mondo e effondo il mio amore sul mondo. Questo richiede un atto di fede permanente.

Che cosa fare quando la disperazione ci prende?

La speranza è la virtù del combattimento. Si rivela a noi nelle prove: morte di un figlio, di un congiunto, fallimento professionale, divorzio, disoccupazione, alcoolismo etc. Non incomincia facendoci ripiegare su noi stessi perch quella è la tentazione della disperazione. Il primo atto della speranza è inizialmente di gridare verso dio, che mi conosce, riconoscendo ciò che mi attraversa il cuore, la mia mancanza di comprensione, i miei dubbi, la mia collera… I salmi ne sono un’ottima illustrazione: « Mio Dio, perché mi hai abbandonato?», « Signore, dove sei? », « Per quanto tempo gli empi trionferanno?»

In una seconda tappa, dire al Signore che non voglio lasciare la sua mano, anche se non avverto la sua presenza. Come San Pietro che affonda nell’acqua ma si attacca alla mano di Gesù. O come Giairo, il padre di famiglia che lascia il capezzale della figlioletta morente per andare a supplicare Gesù malgrado tutto quel che gli dicono : « A che pro?… » Gesù gli risponde : « Non avere paura, credi solamente. »

Dal peccato originale, la speranza è divenuta difficile. Bernanos diceva: « la speranza è la disperazione superata ». E’ la virtù che si manifesta nelle prove e che consente di tenersi saldi quando tutto crolla. Essa osa credere alle parole di Gesù: rassicurati, ho vinto il mondo, tutto ha un senso.

Testimoni di speranza

Possiamo ispirarci da coloro che hanno vissuto questa virtù: la Vergine Maria ad esempio che vede suo figlio morire in croce e che acconsente. Il progetto di Dio le sfugge ma ella si rimette al Signore. E tutte le figure bibliche che costituiscono altrettanti esempi da imitare. Qui a Montligeon, incontriamo dei campioni di speranza. Malgrado tutti i drammi che attraversano, ci dicono: tra l’abisso e la speranza, noi abbiamo scelto la speranza. Guardandoli possiamo attestare che durante la loro prova Dio era presente.

Nelle nostre vite, tutti dobbiamo portare la croce. Gesù non ci ha ,ai venduto il successo. Ci ha avvisati: « Chi vuole seguirmi, rinunci a se stesso, prenda la sua croce e mi segua ». Guardando la nostra vita da un punto di vista umano, potremmo forse dire che essa è un fallimento. Ma guardando le nostre prove alla luce della croce di Cristo, possiamo discernere molto misteriosamente che esse sono fonte d’amore e di vita.

Non restate soli nella prova, venite a Montligeon a ritrovare la speranza!

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